Il comparto orticolo assume oggi un ruolo primario nell’ambito dell’agricoltura nazionale, con una produzione stimata nel 2017 superiore a 7 miliardi di euro, corrispondenti al 14% della produzione agricola italiana e con una superficie di circa 374 mila ettari (di cui 32.000 ettari sotto apprestamenti protettivi). Le normative di divieto dell’uso di bromuro di metile (BM) per la fumigazione dei suoli hanno, negli ultimi anni, indirizzato studi e ricerche verso l’individuazione di sistemi colturali orticoli efficienti, alternativi ed eco-sostenibili. Nelle colture orticole (Solanaceae e Cucurbitaceae) e nello specifico nella melanzana (Solanum melongena) e nel melone cantalupo (Cucumis melo var. cantalupensis), l’impiego dell’innesto erbaceo ha manifestato un notevole aumento grazie ai numerosi vantaggi e potenzialità che esso offre per l’incremento e la sostenibilità dei diversi processi produttivi: resistenza alle avversità biotiche e abiotiche, adattabilità a condizioni sub-ottimali di crescita, capacità e stabilità produttiva, qualità delle produzioni e migliore utilizzazione delle risorse interne al sistema come l’azoto (N).
Sebbene l’innesto erbaceo possa essere ormai considerato uno strumento valido ed affermato, sarebbe auspicabile, per migliorare l’efficienza ed incrementare l’uso, ampliare la gamma di portinnesti disponibili. A tal fine, sarebbe auspicabile attingere alle specie selvatiche ed affini per l’innesto del melone cantalupo e della melanzana.
Il progetto mira a trasferire e validare diversi strumenti d’innovazione per la coltivazione sia in fuori suolo, sia in piena terra di piante di melone cantalupo e melanzana caratterizzati da elevate performance qualitative e quantitative ed elevata efficienze d’uso dell’azoto.
Tale obiettivo sarà perseguito tramite l’uso di portinnesti selvatici e affini, come il Cucumis metuliferus per il melone cantalupo ed il Solanum aethipicum ed il Solanum macrocarpon per l’innesto della melanzana, in grado di stimolare specifiche risposte vegeto-produttive, fisiologiche, fisico-chimiche e nutraceutiche alle piante di melone cantalupo e melanzana. Da ultimo i residui colturali verrebbero impiegati nel compostaggio per uno smaltimento, quali ammendanti, in altri settori agricoli e la produzione di pellets ai fini energetici.
Si prevede di validare l’utilizzo di portinnesti innovativi per il melone cantalupo (Cucumis metuliferus) e la melanzana (Solanum aethiopicum e Solanum macrocarpon) per un sistema di produzione a basso impatto ambientale, caratterizzato da un’elevata efficienza d’uso dell’azoto.
Pertanto, si prevede di sperimentare, validare e divulgare tecniche produttive ecosostenibili riguardanti l’uso dei portinnesti per massimizzare le performance quali-quantitative e l’efficienza d’uso dell’azoto del cantalupo e della melanzana coltivati in ambiente protetto ed in un sistema fuori suolo e in piena terra.
Da ultimo i residui colturali verrebbero impiegati nel compostaggio per uno smaltimento, quali ammendanti, in altri settori agricoli e la produzione di pellets ai fini energetici.
Raccolta di articoli pubblicati quotidiani on line, a mezzo stampa, nonché in riviste specializzate
Attività realizzata nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – MISURA 16 – COOPERAZIONE
SOTTOMISURA 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”